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Sostenibilità

Agroalimentare in Italia: innovazione e sostenibilità

Immagine di un agricoltore dentro a una serra
Immagine di un agricoltore dentro a una serra

In Italia, come nel resto d'Europa, l'attenzione pubblica non valorizza sempre adeguatamente il settore dell'agricoltura. Eppure, con 879 certificazioni DOP/IGP, di cui 526 per i vini (in entrambi i casi meglio della Francia), l’Italia è il quinto esportatore mondiale di prodotti alimentari, con una quota del 4,1%, e sale in quarta posizione (con una quota del 5,4%) nella fascia alta di prezzo, il “top di gamma” (dati 2021). Il settore agroalimentare, insomma, ricopre un ruolo di rilievo nel nostro Paese ed è un elemento trainante del Made in Italy nel mondo, grazie alla qualità delle produzioni e ad alcuni fattori di competitività che lo distinguono dai principali competitor europei. 

Se ne è parlato in occasione della seconda edizione del Global Summit sul tema “La sostenibilità - Fattore di crescita delle aziende del settore agroalimentare”. L’evento, che è stato ospitato nel grattacielo di Intesa Sanpaolo, è stato organizzato dalla Fondazione Gambero Rosso in collaborazione con Santa Chiara Next – Università di Siena con il supporto di Intesa Sanpaolo. 

In questa occasione Stefania Trenti, Head of Industry and Local Economies Research di Intesa Sanpaolo, ha presentato il report sullo scenario del settore che evidenzia, tra i vari spunti di analisi, come i successi di questo comparto siano strettamente legati alla forza dei territori:

6 regioni italiane nel ranking europeo delle prime 15 regioni europee a maggior valore aggiunto

Veneto, Sicilia, Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia, Campania sono le sei regioni italiane presenti nel ranking europeo a maggior valore aggiunto nel comparto agricolo

51 distretti agro-alimentari esprimono tradizioni territoriali con vocazione internazionale

Sono, infatti,  51 i distretti agro-alimentari, diffusi su tutta la Penisola, espressione delle tradizioni del territorio ma con una forte vocazione internazionale

20 miliardi di euro per le esportazioni dei distretti nei primi primi nove mesi del 2023

Le esportazioni dei distretti agro-alimentari hanno sfiorato i 20 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023 (+4,5% rispetto allo stesso periodo del 2022) e rappresentano circa il 45% del totale dell’export agro-alimentare italiano

Guarda l'intervista a Stefania Trenti e Massimiliano Cattozzi

Tutela della biodiversità e coltivazioni biologiche: il fatturato 2024 in Italia

Immagine di una persona che tiene in mano un tablet in un contesto green

Rispetto al resto d’Europa, l’Italia spicca per la diversificazione di prodotto e per la tutela della biodiversità, con valori particolarmente elevati per quanto riguarda la quota di superficie agricola destinata a coltivazioni biologiche e quella ricoperta da bosco. 

Il report di Intesa Sanpaolo monitora anche le attese sull’evoluzione del fatturato nel 2024 nel nostro Paese, che restano positive, soprattutto per quanto riguarda le attività legate all’agriturismo e alla fase di trasformazione. C’è ottimismo anche sul fronte degli investimenti, grazie anche alla presenza dei fondi del PNRR, e si evidenzia come il tessuto produttivo italiano abbia ben chiari gli obiettivi da perseguire: economia circolare, riduzione dei consumi energetici, introduzione di tecnologia nei processi.

Gli investimenti in tecnologia lungo tutta la filiera, dall’agricoltura di precisione all’adozione di modelli di produzione circolare, alla digitalizzazione dei processi, saranno fondamentali per affrontare le grandi sfide che attendono gli operatori, innanzitutto per fronteggiare al meglio i cambiamenti climatici e venire incontro alle esigenze dei consumatori che richiedono prodotti sempre più sostenibili. L’Italia del food ha dato prova di una notevole capacità innovativa, con una quota di imprese che hanno apportato innovazioni di prodotto e di processo del 57,6%, superiore alla media UE (48,6%) e in linea con la Germania. L’8% della superficie agricola era coltivata con soluzioni 4.0 nel 2022.

I numeri della filiera alimentare in Italia

La quota di mercato nelle macchine agricole e per la filiera alimentare è del 12% (terzi dopo Germania e Cina), e l’Italia è leader indiscussa in alcuni macchinari (lavorazione frutta, panificazione). Sul fronte più innovativo della bioeconomia circolare, il nostro Paese presenta una quota nei prodotti chimici biobased del 7,6% sul totale della produzione chimica, con una leadership nelle plastiche biobased. 

Le nuove sfide richiederanno di valorizzare il capitale umano e rendere più veloce il passaggio generazionale. Le imprese guidate da under 40 registrano performance migliori in termini di crescita di fatturato e tenuta dei margini. Inoltre, la presenza di almeno un under 40 alla guida delle imprese agevola l’adozione di strategie evolute come brevetti e certificazioni di qualità e ambientali. Chi ha investito nel biologico ha realizzato una crescita del fatturato a prezzi correnti più sostenuta, e una migliore redditività, confermando come la sostenibilità possa tradursi in un’opportunità per le aziende che investono nella giusta direzione. 

Leggi il report sullo scenario del settore agroalimentare

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Vinitaly: internazionalizzazione e previsioni sul settore del vino

Investimenti in tecnologia e nella digitalizzazione dei processi sono fondamentali anche per il comparto vitivinicolo, dove risulterà cruciale la capacità di raggiungere, anche attraverso aggregazioni e logiche di filiera, una maggiore strutturazione per affrontare gli investimenti necessari a competere sui mercati internazionali. Se ne è parlato a Verona in occasione del Vinitaly, dove Intesa Sanpaolo ha organizzato la tavola rotonda “Filiere di Internazionalizzazione: le imprese agroalimentari italiane tra vecchi e nuovi mercati”. In quest’occasione Stefania Trenti ha presentato dati e previsioni sul settore del vino, che nel 2023 ha visto frenare la produzione a 42,5 milioni di ettolitri, con un calo del 20%. Le esportazioni sono rimaste stabili nel 2023 sia in valore (-0,8%) che in quantità (-0,7%). 

Per quanto riguarda il 2024, sul fronte interno i consumi sono previsti in ripresa nella seconda parte dell’anno, favoriti dal calo dell’inflazione e dal recupero del potere di acquisto delle famiglie, mentre restano molte opportunità da cogliere sui mercati internazionali, dove l’Italia nel 2022 ha consolidato la propria quota di mercato, collocandosi saldamente al secondo posto tra gli esportatori mondiali, con circa un quinto dei flussi totali.

Supporto per le imprese agroalimentari: Direzione Agribusiness

Per offrire prodotti e servizi sempre più vicini alle esigenze delle imprese agroalimentari, Intesa Sanpaolo ha dato vita alla Direzione Agribusiness, un centro di eccellenza dedicato all’agricoltura con sede a Pavia che conta su 88 filiali sul territorio nazionale e quasi 1.000 specialisti a servizio di circa 80 mila clienti. Agribusiness accompagna gli operatori in tutte le fasi dello sviluppo, sostiene investimenti finalizzati a promuovere nuovi progetti imprenditoriali con una particolare attenzione ai criteri della sostenibilità e della circular economy.

In quest’ottica di collaborazione e supporto per le imprese del settore, Intesa Sanpaolo ha stipulato una serie di accordi settoriali, a partire da quello che ha previsto lo stanziamento di 3 miliardi di euro a favore delle piccole e medie imprese associate a Coldiretti che concorrono per i bandi previsti dal PNRR. Da segnalare anche l’accordo con l’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (CONAF) per favorire l’accesso al credito delle imprese del settore agricolo e forestale o quello con l’Associazione Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo che ha previsto lo stanziamento di 50 milioni di euro a sostegno della crescita delle PMI dell’agroalimentare.

In collaborazione con la direzione Agribusiness, Intesa Sanpaolo ha anche prodotto “Terra: le radici del futuro”, podcast sul mondo dell’agroalimentare: un viaggio in dieci racconti alla scoperta del nostro Paese. Al centro di ogni episodio, le esperienze di professionisti e imprenditori che tutti i giorni lavorano nell’agroalimentare portando avanti un settore economico fondamentale per la nostra economia.

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